MEMORIA NECESSARIA

libro/book

128 pag. 2022

pubblicato da/published by Via Industriae Publishing, Foligno

realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti
culturali – MiC/published thanks to funds from the Italian Culture Ministry

disponibile a/available at https://publishing.viaindustriae.it/memoria-necessaria-guida-critica-a-dodici-luoghi-della-roma-coloniale/

  

(English below) Un progetto iniziato nel 2019 che propone un percorso critico per la città di Roma alla ricerca delle tracce dell’impresa coloniale italiana. Accompagnati dalla riscrittura in chiave contemporanea di dodici eventi memorializzati da monumenti, arredi urbani, ponti e toponomastica, a cui fanno eco dodici voci e radici multiculturali, seguiamo un percorso che ci invita a confrontare e affrontare questa parte rimossa della nostra storia. Il viaggio si conclude nell’ex museo coloniale, in una visita attraverso alcuni oggetti della collezione, anche loro in attesa della nostra riscrittura partecipe.
Con in contributi di: Marisella Casciato, Gabriel Tzeggai, Alessandro Triulzi, Giulia Barrera, Alessandro Portelli, Anna Cestelli Guidi, Eric Salerno, Vittorio Longhi, Uba Cristina, Ali Farah, Zakaria Mohamed Ali, Aster Carpanelli, Licia Martella, Rosa Anna di Lella e Gaia Delpino.

“Memoria necessaria”a project started in 2019 that proposes a critical tour of the city of Rome in search of the traces of the Italian colonial enterprise. Accompanied by the contemporary rewriting of twelve events memorialized by monuments, street furniture, bridges and toponymy – echoed by twelve voices and multicultural roots – we follow a path that invites us to confront and face this “removed” history. The journey ands in the former Clolonial Museum, in a tour through twelve objects that are also waiting for our re – reading. With contribution by: Marisella Casciato, Gabriel Tzeggai, Alessandro Triulzi, Giulia Barrera, Alessandro Portelli, Anna Cestelli Guidi, Eric Salerno, Vittorio Longhi, Uba Cristina, Ali Farah, Zakaria Mohamed Ali, Aster Carpanelli, Licia Martella, Rosa Anna di Lella e Gaia Delpino.

presentazione al MUCIV, Roma, con Matteo Lucchetti, Ubah Cristina Ali Farah e Anna Cestelli Guidi
visita guidata, 2023
presentazione alla libreria Griot, con Giulia Grechi
presentazione a Casetta Rossa, Roma, con Angelo di Bello, Mariana Califano e Zakaria Ali Mohammed
visita guidata, 2020 (foto di Valeriana Berchicci)

RECENSIONI / REVIEWS

“…Come? L’autrice ha escogitato un itinerario di dodici luoghi (in realtà sono molti di più), corredati di foto attuali e d’archivio, foto delle targhe altisonanti di retorico patriottismo, trasudanti maschia virilità italica, sprezzo del sacrificio delle popolazioni africane che si difendevano da una invasione e occupazione della propria terra. Il tutto condito da suoi brevi testi esplicativi sul monumento o strada in questione, e cosa più originale di tutto, proposte al Comune di Roma di targhe alternative che spieghino anche il punto di vista dell’altro: Dogali e Adua sono per gli eritrei non la sconfitta, ma la vittoria, la capacità di resistere, anche se con armi inferiori, all’invasore, Il principe Amedeo di Savoia (quello del ponte che collega il fiume a Corso Vittorio Emanuele) sebbene con minore ferocia di Graziani, restò fedele al programma coloniale italiano fino alla fine, implementando la legislazione razziale. Sono esempi per chiarire che in quelle targhe non ci siamo solo noi, ma anche i libici, gli etiopici e i somali, soprattutto gli eritrei, che dagli anni ’90 sono tornati come esuli da dittature e violenze e come rifugiati climatici: noi li trattiamo come se non ci riguardassero o non avessimo responsabilità storica alcuna.

Tutta la scomodità delle vicende della restituzione dell’obelisco di Aksum, posto davanti all’allora Ministero delle colonie, oggi sede della Fao, durate dal ’47 al 2005, sono rivelate dalla totale assenza di una targa che spieghi l’origine dell’edificio della Fao e il posto indebitamente occupato dalla stele etiopico: oggi c’è un monumento per ricordare l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, con tanto di citazione del poeta Santayana:”Coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo”. Ironia o amnesia? Si chiede la Borelli… 

Estratto dall’articolo “Caterina Borelli- Memoria necessaria- Guida critica a 12 luoghi della Roma coloniale- recensione a cura di Giulia De Martino” pubblicato su Scritti d’Africa, marzo 2023: https://www.scrittidafrica.it/recensioni/caterina-borelli-memoria-necessaria-guida-critica-a-12-luoghi-della-roma-coloniale-recensione-a-cyra-di-guida-de-martino?highlight=WyJb3JibGxpli0=

…Negli ultimi anni abbiamo visto nascere dei dibattiti molto accesi sui luoghi pubblici che mettono in questione soprattutto monumenti, anche se estenderei il dibattito alla nomenclatura (di strade, piazze e quartieri). E’ diventato evidente che in molte società ci sia la necessità da parte di settori della popolazione di fare una lettura critica di alcuni momenti del proprio passato, soprattutto quando si tratta d’imprese coloniali e di questioni di discriminazione razziale, Il primo elemento che si mette in questione è l’inamobilità, la staticità dello stato delle cose nel contesto urbano, mentre sappiamo che la città non è un corpo statico ma un essere vivo in continuo cambiamento. E come tale le tracce lasciate dal passato sono da considerare come un palinsesto. I monumenti, gli edifici e i luoghi non mantengono il significato fisso che è stato loro assegnato nel momento della costruzione: il significato cambia a seconda l’uso che noi cittadini ne facciamo. Il movimento è continuo. Lo Stadio dei Marmi, costruito durante il fascismo con l’iconografia di glorificazione della mascolinità tanto cara al Fascismo, nei miei ricordi di bambina degli anni ’70 quando andavo ad allenarmi in piscina, era un luogo di promiscuità dove gli omosessuali s’incontravano. E sono sicura che non tutti i tifosi di calcio non identifichino lo stadio dello stesso Foro Italico come un luogo “fascista” come io non ho mai identificato l’edificio della FAO come il Ministero delle Colonie per cui è stato costruito. Non credo sia utile eliminare i monumenti che ricordano momenti e personaggi storici le cui azioni non condividiamo più. Credo però sia necessario offrire una contestualizzazione degli eventi che ne attualizzi e faciliti la rilettura, sia essa fatta con gesti simbolici (come la pittura in rosa del monumento a Montanelli a Milano fatto da femministe; o la frase di Hannah Arendt sovrapposta dagli artisti Arnold Holzknecht e Michele Bernardi al bassorilievo che sovrasta l’entrata dell’ex Casa del Fascio di Bolzano), o con testi informativi che facilitino la ricontestualizzazione storica. Per “Memoria necessaria” ho scelto quest’ultimo metodo…”

Estratto dall’articolo “Memoria necessaria – a proposito di monumenti” di Caterina Borelli pubblicato da Opera Viva, novembre 2020:   https://operavivamagazine.org/memoria-necessaria



MEMORIA NECESSARIA:
QUARTIERE AFRICANO

project proposal / proposta per un progetto  

ARTICOLI/ARTICLES

“…If the guidebook directs our individual attention to sites whose origin and meaning most people have no knowledge of, on the macro scale of our cololial amenesia – or, better, suppression? – stands an entire city section, the Quartiere Africano, “African Neighbothood”, an “African” neighborhooh where only Eritrea, Ethiopia, Libya and Somalia exist. Why are all other African nations represented in another neighborhood with the rest of the world nations, at the opposite end of the city? In fact the name itself immediately reveal what it is concealing: that the de-facto name of the place should be Quartiere delle Colonie Africane (Italy’s African Colonies Neighborhood.) In Quartiere Africano I envision a neon store-like-sign to be placed on a building at the neighborhood entrance on viale Eritrea. The sign would read restituire (restitution) to symbolically “give back” to their lawful “owners”-i.e. the inhabitants of the cities, nations and sites that give the name to the neighborhood’s streets and squares – the places represented in the neighborhood toponimy. The gesture is to “liberate” them from their association with the Italian colonial enterprise that has haphazardly clustered them togethr, thus not recognizing their individual nations’ identity or their status ad indipendent nations.

MEMORIA NECESSARIA:
VIALE DEL FORO ITALICO

project proposal / proposta per un progetto  



Of all the places in the city where the colonial footprint is almost hidden and insidious Foro Italico stands at the top. The “Italian Forum” is the city’s largest sport complex, inaugurated in 1932 but completed after WWII.
Here was where, as a kid, I trained at the swimming pools; this is the place I rather avoided as a teenager, because unsafe; here is where I shot “The Date” (1984), my first video, a reconciliation with the place I came from – at the time I was already living abroad – in the form of a love story with one of the sixty marble statues of men representing individual sports in the Stadio dei Marmi’s (studium of the Marbles). I focus on viale del Foro Italico (boulevard of the Italian Forum), formerly named Piazzale dell’Impero (Empire Square). The viale is the 280mt. “line” that connects the entrance to the sport’s complex – marked by an obelisk that still bears the name of Mussolini -to the main stadium. The paviment in covered with black and white mosaic, recalling ancient Roman ordinary interior pavements. As the entire Foro Italico is dedicated to youth, the mosaics depict arts, sports activity and training, as well as slogans and Mussolini’s name. As I see it today, it glorifies virility, race and sports as preparation for war – no woment depicted with exception of the muses sorrounding victory at the end of the walk. At the sides, eleven blocks of marble arranged orthogonally to the path accompany the walk from the obelisk to the stadium. On each of them, inscribed text describe the rise of the fascist regime from the end of WWI up to the proclamation of the empire in 1936. On the left side, toward the end of the path, three blocks commemorate the fall of the fascist regime (1943), the referendum with which Italians chose the Republic over monarchy (1946), and the writing of the Italian Constitution (1948). The last two are empty – I guess enough time has passed so that we can conceive a more thorough re-thinking of the place and its meaning in the contemporary. I plan to place a word that starts with the prefix Ri o RE on the back of each inscribed block. I am using these prefixed because their very nature suggest a reflexive attitude, although at the same time they are pro-active and in many languages help define an action. The words’ presence, in contrast with the site’s content, creates a dissonance and invite to question the concept of empire building and the legacies that fascism has left us and are still embedded in our surrondings. In the last two blocks – the ones still empty – the words will be placed in the front, marking a shift in our consciousness of history and its processes…” except from Caterina Borelli’s article “Memoria necessaria / Memory amiss” published on Root & Routes research on visual cultures, year XI,n°35 jan.-apr 2021
: https://www.roots-routes.org/memoria-necessaria-memory-amiss-by-caterina-borelli/